Lotti Bonino
Lot 31
Mosasauro (Halisaurus arambourgi)
Scheletro, circa 70 milioni di anni, Marocco
La seduta d'asta si tiene il 16 maggio 2024 alle 15:30 (IT Time)
Stima €25000 - €35000
€25000.00
Fossile
267 x 111 x 22 (cm)
Provenienza:
mercato (Italia)
Stato di conservazione:
Condizione supporto: 50-60% (cfr. schema di restauro; matrice riprodotta con amalgama di sedimento originale)
Condizione superficie: 50%
267 x 111 x 22 (cm)
Provenienza:
mercato (Italia)
Stato di conservazione:
Condizione supporto: 50-60% (cfr. schema di restauro; matrice riprodotta con amalgama di sedimento originale)
Condizione superficie: 50%
La grande famiglia dei mosasauri - il cui nome significa "lucertola del fiume Mosa" - raccoglie un gruppo estinto di rettili acquatici squamati, vissuto, a larghe maglie, tra 82 e 66 milioni di anni fa durante le fasi campanania e maastrichtiana del tardo cretacico. I primi fossili di mosasauro furono trovati come teschi in una cava di gesso vicino alla città olandese di Maastricht alla fine del XVIII secolo e inizialmente si pensava fossero coccodrilli o balene. Un teschio scoperto intorno al 1780 fu soprannominato il "grande animale di Maastricht", ed ebbe larghissima risonanza scientifica. Nel 1808, il naturalista Georges Cuvier concluse che apparteneva a una gigantesca lucertola marina con somiglianze con le lucertole attuali ma per il resto diversa da qualsiasi animale vivente conosciuto. Questo concetto era rivoluzionario all'epoca e contribuì a sostenere le idee di estinzione ed evoluzione allora in via di sviluppo. William Daniel Conybeare nel 1822 inventò il nome "mosasaurus" in riferimento alla sua origine in depositi fossili vicino al fiume Mosa. La pelle squamata dei mosasauri mantiene viva, tra gli studiosi, la controversia se il gruppo sia da apparentare più strettamente alle lucertole o ai serpenti.
Il fossile in esame proviene dal bacino di Ouled Abdoun in Marocco e appartiene al genere Halisaurus, un delle forme chiave nella evoluzione del mosasauro, identificata dal paleontologo statunitense Othniel Charles (1831-1899), nel 1869 (che nel 1870 cambiò il nome in Baptosaurus, per evitare confusioni con l'Halosaurus, un pesce preistorico). Il nome è un calco dal greco antico e signica "lucertola di mare" (ἅλς + σαῦρος).
Si conoscono depositi fossili in tutto il mondo, con resti particolarmente completi rinvenuti in Marocco e negli Stati Uniti. Con una lunghezza di 3–4 metri, l'alisauro era relativamente piccolo per gli standard dei mosasauri. Nella classificazione degli alisauri, particolare importanza ha la scoperta di un nuovo tipo, reso noto soltanto nel 2005, dal gruppo di lavoro di Nathalie Bardet e intotolato al paleontologo francese Camille Arambourg (1885-1969), cui si debbono estese ricerche in nord africa. Ad esso appartiene il nostro esemplare di Halisaurus arambourgi, il cui nome signifca "lucertola dell'oceano di Arambourg", in onore alla scoperta del grande bacino preistorico identificato dallo studioso.
Lo Halosaurus arambourgi è di periodo tardo maastrichtiano, quindi con una datazione tra 72.1 e 66 milioni di anni fa. Si tratta di un tipo ben riconoscibile per la forma delle narici esterne (a V anteriormente e a U posteriormente), la forma del quadratum (una parte del cranio che presenta un'incisura stapediale verticale ovale) e la presenza di creste anteriori sul la parte frontale. Il suo osso pterigoideo conserva anche dodici denti (tre in più rispetto a Halisaurus platyspondylus, il "cugino" più simile).
Il fossile in esame proviene dal bacino di Ouled Abdoun in Marocco e appartiene al genere Halisaurus, un delle forme chiave nella evoluzione del mosasauro, identificata dal paleontologo statunitense Othniel Charles (1831-1899), nel 1869 (che nel 1870 cambiò il nome in Baptosaurus, per evitare confusioni con l'Halosaurus, un pesce preistorico). Il nome è un calco dal greco antico e signica "lucertola di mare" (ἅλς + σαῦρος).
Si conoscono depositi fossili in tutto il mondo, con resti particolarmente completi rinvenuti in Marocco e negli Stati Uniti. Con una lunghezza di 3–4 metri, l'alisauro era relativamente piccolo per gli standard dei mosasauri. Nella classificazione degli alisauri, particolare importanza ha la scoperta di un nuovo tipo, reso noto soltanto nel 2005, dal gruppo di lavoro di Nathalie Bardet e intotolato al paleontologo francese Camille Arambourg (1885-1969), cui si debbono estese ricerche in nord africa. Ad esso appartiene il nostro esemplare di Halisaurus arambourgi, il cui nome signifca "lucertola dell'oceano di Arambourg", in onore alla scoperta del grande bacino preistorico identificato dallo studioso.
Lo Halosaurus arambourgi è di periodo tardo maastrichtiano, quindi con una datazione tra 72.1 e 66 milioni di anni fa. Si tratta di un tipo ben riconoscibile per la forma delle narici esterne (a V anteriormente e a U posteriormente), la forma del quadratum (una parte del cranio che presenta un'incisura stapediale verticale ovale) e la presenza di creste anteriori sul la parte frontale. Il suo osso pterigoideo conserva anche dodici denti (tre in più rispetto a Halisaurus platyspondylus, il "cugino" più simile).
L'asta include 61 lotti di varie provenienze private, tutti collocati in Italia.
Per avere una visione completa dell’asta e del suo funzionamento si consultino, oltre al catalogo digitale dei lotti, le Regole della Vendita.
Chi partecipa all'asta dichiara di aver letto e compreso il Regolamento di vendita, come integrato dagli Aggiornamenti.
Le commissioni d'asta, computate sul prezzo di aggiudicazione di ogni singolo lotto, sono pari a: per la parte del prezzo di aggiudicazione da € 0 fino a € 50.000, 26,64% + IVA; per la parte del prezzo di aggiudicazione da € 50.000 fino a € 1.600.000, 23,37% + IVA; per la parte del prezzo di aggiudicazione oltre € 1.600.000, 16,80% + IVA.
Il pagamento deve avvenire tramite bonifico bancario entro 35 giorni naturali dalla seduta d'asta.
Le penali per il tardivo pagamento sono pari al 20% dell'importo dovuto.
L'importo dovuto per il tardivo ritiro corrisponde a tutte le spese sostenute dalla casa d'aste per ritirare il lotto nei modi posti dalle Regole della Vendita a carico dell'acquirente, per movimentarlo e per stoccarlo adeguatamente, inclusa protezione assicurativa, fino al ritiro da parte dello stesso o alla sua vendita forzata.
Nota Bene. I contenuti delle schede di catalogo sono puramente indicativi, non costituiscono garanzia e non sostituiscono la visione e la valutazione diretta dell’opera da parte del potenziale acquirente. Si veda nelle Regole della Vendita il paragrafo Caratteristiche dei beni e limiti di garanzia.
Fossile
267 x 111 x 22 (cm)
Provenienza:
mercato (Italia)
Stato di conservazione:
Condizione supporto: 50-60% (cfr. schema di restauro; matrice riprodotta con amalgama di sedimento originale)
Condizione superficie: 50%
267 x 111 x 22 (cm)
Provenienza:
mercato (Italia)
Stato di conservazione:
Condizione supporto: 50-60% (cfr. schema di restauro; matrice riprodotta con amalgama di sedimento originale)
Condizione superficie: 50%
La grande famiglia dei mosasauri - il cui nome significa "lucertola del fiume Mosa" - raccoglie un gruppo estinto di rettili acquatici squamati, vissuto, a larghe maglie, tra 82 e 66 milioni di anni fa durante le fasi campanania e maastrichtiana del tardo cretacico. I primi fossili di mosasauro furono trovati come teschi in una cava di gesso vicino alla città olandese di Maastricht alla fine del XVIII secolo e inizialmente si pensava fossero coccodrilli o balene. Un teschio scoperto intorno al 1780 fu soprannominato il "grande animale di Maastricht", ed ebbe larghissima risonanza scientifica. Nel 1808, il naturalista Georges Cuvier concluse che apparteneva a una gigantesca lucertola marina con somiglianze con le lucertole attuali ma per il resto diversa da qualsiasi animale vivente conosciuto. Questo concetto era rivoluzionario all'epoca e contribuì a sostenere le idee di estinzione ed evoluzione allora in via di sviluppo. William Daniel Conybeare nel 1822 inventò il nome "mosasaurus" in riferimento alla sua origine in depositi fossili vicino al fiume Mosa. La pelle squamata dei mosasauri mantiene viva, tra gli studiosi, la controversia se il gruppo sia da apparentare più strettamente alle lucertole o ai serpenti.
Il fossile in esame proviene dal bacino di Ouled Abdoun in Marocco e appartiene al genere Halisaurus, un delle forme chiave nella evoluzione del mosasauro, identificata dal paleontologo statunitense Othniel Charles (1831-1899), nel 1869 (che nel 1870 cambiò il nome in Baptosaurus, per evitare confusioni con l'Halosaurus, un pesce preistorico). Il nome è un calco dal greco antico e signica "lucertola di mare" (ἅλς + σαῦρος).
Si conoscono depositi fossili in tutto il mondo, con resti particolarmente completi rinvenuti in Marocco e negli Stati Uniti. Con una lunghezza di 3–4 metri, l'alisauro era relativamente piccolo per gli standard dei mosasauri. Nella classificazione degli alisauri, particolare importanza ha la scoperta di un nuovo tipo, reso noto soltanto nel 2005, dal gruppo di lavoro di Nathalie Bardet e intotolato al paleontologo francese Camille Arambourg (1885-1969), cui si debbono estese ricerche in nord africa. Ad esso appartiene il nostro esemplare di Halisaurus arambourgi, il cui nome signifca "lucertola dell'oceano di Arambourg", in onore alla scoperta del grande bacino preistorico identificato dallo studioso.
Lo Halosaurus arambourgi è di periodo tardo maastrichtiano, quindi con una datazione tra 72.1 e 66 milioni di anni fa. Si tratta di un tipo ben riconoscibile per la forma delle narici esterne (a V anteriormente e a U posteriormente), la forma del quadratum (una parte del cranio che presenta un'incisura stapediale verticale ovale) e la presenza di creste anteriori sul la parte frontale. Il suo osso pterigoideo conserva anche dodici denti (tre in più rispetto a Halisaurus platyspondylus, il "cugino" più simile).
Il fossile in esame proviene dal bacino di Ouled Abdoun in Marocco e appartiene al genere Halisaurus, un delle forme chiave nella evoluzione del mosasauro, identificata dal paleontologo statunitense Othniel Charles (1831-1899), nel 1869 (che nel 1870 cambiò il nome in Baptosaurus, per evitare confusioni con l'Halosaurus, un pesce preistorico). Il nome è un calco dal greco antico e signica "lucertola di mare" (ἅλς + σαῦρος).
Si conoscono depositi fossili in tutto il mondo, con resti particolarmente completi rinvenuti in Marocco e negli Stati Uniti. Con una lunghezza di 3–4 metri, l'alisauro era relativamente piccolo per gli standard dei mosasauri. Nella classificazione degli alisauri, particolare importanza ha la scoperta di un nuovo tipo, reso noto soltanto nel 2005, dal gruppo di lavoro di Nathalie Bardet e intotolato al paleontologo francese Camille Arambourg (1885-1969), cui si debbono estese ricerche in nord africa. Ad esso appartiene il nostro esemplare di Halisaurus arambourgi, il cui nome signifca "lucertola dell'oceano di Arambourg", in onore alla scoperta del grande bacino preistorico identificato dallo studioso.
Lo Halosaurus arambourgi è di periodo tardo maastrichtiano, quindi con una datazione tra 72.1 e 66 milioni di anni fa. Si tratta di un tipo ben riconoscibile per la forma delle narici esterne (a V anteriormente e a U posteriormente), la forma del quadratum (una parte del cranio che presenta un'incisura stapediale verticale ovale) e la presenza di creste anteriori sul la parte frontale. Il suo osso pterigoideo conserva anche dodici denti (tre in più rispetto a Halisaurus platyspondylus, il "cugino" più simile).
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