Lotto terzi

Lot 269

Giulio Campi (Cremona, 1502 – Cremona, 5 marzo 1572)

Pittura

La seduta d'asta si tiene il 14 settembre 2023 alle 18:00 (IT Time)
Stima €200,00 - €300,00
€300.00
Ricevuta autografa per lire 255







Alvise Giustiniani (XVI secolo)

stato di conservazione: discreto (se noti importanti mancanze o restauri)

Figlio primogenito del pittore Galeazzo Campi e fratello di Antonio e Vincenzo, fu tra i maggiori rappresentanti del manierismo lombardo. L’opera più antica realizzata dal Campi è La Vergine in trono e i santi Nazaro e Celso, dipinta per Santi Nazaro e Celso, e poi in Sant'Abbondio a Cremona nel 1527. Nel 1547 su incarico del priore Gerolamo Vida realizzò l’opera di maggiore impegno della sua maturità: la ricostruzione della chiesa delle Sante Margherita e Pelagia, dove poté esprimersi come architetto, scultore e pittore.
Tornato a Cremona, il Campi affrescò nella navata centrale, all’interno della chiesa di San Sigismondo, la Discesa dello Spirito Santo, esempio di uno straordinario virtuosismo prospettico.
Nel documento l’artista attesta - "Io Giulio Campi scrissi" - di aver ricevuto Lire 255 in apparenza da tale Galiotti in pagamento forse di una commissione.
Ricevuta autografa per lire 255







Alvise Giustiniani (XVI secolo)

stato di conservazione: discreto (se noti importanti mancanze o restauri)

Figlio primogenito del pittore Galeazzo Campi e fratello di Antonio e Vincenzo, fu tra i maggiori rappresentanti del manierismo lombardo. L’opera più antica realizzata dal Campi è La Vergine in trono e i santi Nazaro e Celso, dipinta per Santi Nazaro e Celso, e poi in Sant'Abbondio a Cremona nel 1527. Nel 1547 su incarico del priore Gerolamo Vida realizzò l’opera di maggiore impegno della sua maturità: la ricostruzione della chiesa delle Sante Margherita e Pelagia, dove poté esprimersi come architetto, scultore e pittore.
Tornato a Cremona, il Campi affrescò nella navata centrale, all’interno della chiesa di San Sigismondo, la Discesa dello Spirito Santo, esempio di uno straordinario virtuosismo prospettico.
Nel documento l’artista attesta - "Io Giulio Campi scrissi" - di aver ricevuto Lire 255 in apparenza da tale Galiotti in pagamento forse di una commissione.