Lotto terzi
Lot 194
Enzo Biagi (Lizzano in Belvedere 1920 – Milano 2007)
Corriere della Sera, Giorgio Pillon
La seduta d'asta si tiene il 14 settembre 2023 alle 18:00 (IT Time)
Stima €30,00 - €50,00
€45.00
Lettera dattiloscritta firmata
Una pagina in-4
Milano, 8 aprile 1965
stato di conservazione: buono (se non vedi estesi restauri)
Una pagina in-4
Milano, 8 aprile 1965
stato di conservazione: buono (se non vedi estesi restauri)
Lettera datiloscritta firmata, 'Milano, 8 aprile 1965' del giornalista emiliano Enzo Biagi. L'idea di diventare giornalista gli nacque dopo aver letto 'Martin Eden' di Jack London.
Il 1º ottobre 1961 divenne direttore del Telegiornale. Realizzò una memorabile intervista a Salvatore Gallo, l'ergastolano ingiustamente rinchiuso a Ventotene, la cui vicenda porterà in seguito il Parlamento ad approvare la revisione dei processi anche dopo la sentenza di cassazione. Nel 1963 divenne inviato e collaboratore dei quotidiani Corriere della Sera e La Stampa. Nel 1981, dopo lo scandalo della P2 di Licio Gelli, lasciò il Corriere della Sera, dichiarando di non essere disposto a lavorare in un giornale controllato dalla massoneria, come sembrava emergere dalle inchieste della magistratura. Come lui stesso ha rivelato, Gelli, il leader della P2, aveva chiesto all'allora direttore del quotidiano, Franco Di Bella di cacciare Biagi o di mandarlo in Argentina. Nei primi anni 2000 continuò a criticare aspramente il governo Berlusconi, dalle colonne del Corriere della Sera. La missiva è diretta al collega Giorgio Pillon che aveva proposto una dispensa per il Corriere della Sera di cui Biagi era redattore: "La ringrazio del gentile ricordo e della cortese proposta, devo farle però presente che in questo momento la situazione delle dispense è tutt’altro che favorevole. Se ci sarà in futuro la possibilità di realizzare qualcosa del genere, stia certo che mi avvarrò della sua collaborazione. Molti amichevoli saluti". Una pagina in-4, su carta intestata "Enzo Biagi - Milano - Via Vigoni, 10".
Il 1º ottobre 1961 divenne direttore del Telegiornale. Realizzò una memorabile intervista a Salvatore Gallo, l'ergastolano ingiustamente rinchiuso a Ventotene, la cui vicenda porterà in seguito il Parlamento ad approvare la revisione dei processi anche dopo la sentenza di cassazione. Nel 1963 divenne inviato e collaboratore dei quotidiani Corriere della Sera e La Stampa. Nel 1981, dopo lo scandalo della P2 di Licio Gelli, lasciò il Corriere della Sera, dichiarando di non essere disposto a lavorare in un giornale controllato dalla massoneria, come sembrava emergere dalle inchieste della magistratura. Come lui stesso ha rivelato, Gelli, il leader della P2, aveva chiesto all'allora direttore del quotidiano, Franco Di Bella di cacciare Biagi o di mandarlo in Argentina. Nei primi anni 2000 continuò a criticare aspramente il governo Berlusconi, dalle colonne del Corriere della Sera. La missiva è diretta al collega Giorgio Pillon che aveva proposto una dispensa per il Corriere della Sera di cui Biagi era redattore: "La ringrazio del gentile ricordo e della cortese proposta, devo farle però presente che in questo momento la situazione delle dispense è tutt’altro che favorevole. Se ci sarà in futuro la possibilità di realizzare qualcosa del genere, stia certo che mi avvarrò della sua collaborazione. Molti amichevoli saluti". Una pagina in-4, su carta intestata "Enzo Biagi - Milano - Via Vigoni, 10".
Lettera dattiloscritta firmata
Una pagina in-4
Milano, 8 aprile 1965
stato di conservazione: buono (se non vedi estesi restauri)
Una pagina in-4
Milano, 8 aprile 1965
stato di conservazione: buono (se non vedi estesi restauri)
Lettera datiloscritta firmata, 'Milano, 8 aprile 1965' del giornalista emiliano Enzo Biagi. L'idea di diventare giornalista gli nacque dopo aver letto 'Martin Eden' di Jack London.
Il 1º ottobre 1961 divenne direttore del Telegiornale. Realizzò una memorabile intervista a Salvatore Gallo, l'ergastolano ingiustamente rinchiuso a Ventotene, la cui vicenda porterà in seguito il Parlamento ad approvare la revisione dei processi anche dopo la sentenza di cassazione. Nel 1963 divenne inviato e collaboratore dei quotidiani Corriere della Sera e La Stampa. Nel 1981, dopo lo scandalo della P2 di Licio Gelli, lasciò il Corriere della Sera, dichiarando di non essere disposto a lavorare in un giornale controllato dalla massoneria, come sembrava emergere dalle inchieste della magistratura. Come lui stesso ha rivelato, Gelli, il leader della P2, aveva chiesto all'allora direttore del quotidiano, Franco Di Bella di cacciare Biagi o di mandarlo in Argentina. Nei primi anni 2000 continuò a criticare aspramente il governo Berlusconi, dalle colonne del Corriere della Sera. La missiva è diretta al collega Giorgio Pillon che aveva proposto una dispensa per il Corriere della Sera di cui Biagi era redattore: "La ringrazio del gentile ricordo e della cortese proposta, devo farle però presente che in questo momento la situazione delle dispense è tutt’altro che favorevole. Se ci sarà in futuro la possibilità di realizzare qualcosa del genere, stia certo che mi avvarrò della sua collaborazione. Molti amichevoli saluti". Una pagina in-4, su carta intestata "Enzo Biagi - Milano - Via Vigoni, 10".
Il 1º ottobre 1961 divenne direttore del Telegiornale. Realizzò una memorabile intervista a Salvatore Gallo, l'ergastolano ingiustamente rinchiuso a Ventotene, la cui vicenda porterà in seguito il Parlamento ad approvare la revisione dei processi anche dopo la sentenza di cassazione. Nel 1963 divenne inviato e collaboratore dei quotidiani Corriere della Sera e La Stampa. Nel 1981, dopo lo scandalo della P2 di Licio Gelli, lasciò il Corriere della Sera, dichiarando di non essere disposto a lavorare in un giornale controllato dalla massoneria, come sembrava emergere dalle inchieste della magistratura. Come lui stesso ha rivelato, Gelli, il leader della P2, aveva chiesto all'allora direttore del quotidiano, Franco Di Bella di cacciare Biagi o di mandarlo in Argentina. Nei primi anni 2000 continuò a criticare aspramente il governo Berlusconi, dalle colonne del Corriere della Sera. La missiva è diretta al collega Giorgio Pillon che aveva proposto una dispensa per il Corriere della Sera di cui Biagi era redattore: "La ringrazio del gentile ricordo e della cortese proposta, devo farle però presente che in questo momento la situazione delle dispense è tutt’altro che favorevole. Se ci sarà in futuro la possibilità di realizzare qualcosa del genere, stia certo che mi avvarrò della sua collaborazione. Molti amichevoli saluti". Una pagina in-4, su carta intestata "Enzo Biagi - Milano - Via Vigoni, 10".
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