Lotto terzi
Lot 162
Ugo Pesci (Firenze 1846 – Bologna 1908)
Rinuncia alla direzione della Gazzetta dell’Emilia
La seduta d'asta si tiene il 14 settembre 2023 alle 18:00 (IT Time)
Stima €50,00 - €70,00
€75.00
Lettera autografa firmata
Due pagine in-8, su bifolio
Bologna 3 ottobre 1896
stato di conservazione: buono (se non vedi estesi restauri)
Due pagine in-8, su bifolio
Bologna 3 ottobre 1896
stato di conservazione: buono (se non vedi estesi restauri)
Lettera autografa firmata, datata 'Bologna 3 ottobre 1896' del giornalista e patriota, noto studioso di Casa Savoia (avendo avuto l'occasione di frequentare la corte di Vittorio Emanuele II a Roma), direttore della 'Gazzetta dell'Emilia' dal 1888 al 1901.
Dopo gli studi a Firenze, ove era nato nel 1846, frequentò l'Accademia militare di Modena conseguendo nel 1865 il grado di sottotenente. Nella terza guerra d'indipendenza, ufficiale dei granatieri, prese parte alla battaglia di Custoza. Terminata la carriera militare, intraprese quella giornalistica, lavorando nella redazione fiorentina del Fanfulla. Nel 1870, come inviato del medesimo quotidiano, assistette alla breccia di Porta Pia. Diretta ad un collega, nella quale rettifica una notizia sul suo conto apparsa sul 'Resto del Carlino': "..per dire che non ho "abbandonato" la direzione della Gazzetta, ma ne sono stato messo fuori dopo sette anni e quattro mesi, senza alcun preavviso. Né può esser vero che tale inaspettato congedo sia stato conseguenza di divergenze politiche fra me e i capi del partito quale la Gazzetta era l'organo, perché anche a loro è giunta improvvisa la notizia e non pur essi sanno la ragione...". Due pagine in-8, su bifolio, con alcune cassature e correzioni autografe al testo. Sulla “Gazzetta” intervenne più volte Giosuè Carducci, soprattutto durante il governo Crispi, da lui sostenuto con entusiasmo. La sua collaborazione cessò nel 1901, dopo che Ugo Pesci ebbe lasciato la direzione.
Il 5 febbraio 1909 La Gazzetta dell'Emilia fu il primo giornale a pubblicare il Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti.
Dopo gli studi a Firenze, ove era nato nel 1846, frequentò l'Accademia militare di Modena conseguendo nel 1865 il grado di sottotenente. Nella terza guerra d'indipendenza, ufficiale dei granatieri, prese parte alla battaglia di Custoza. Terminata la carriera militare, intraprese quella giornalistica, lavorando nella redazione fiorentina del Fanfulla. Nel 1870, come inviato del medesimo quotidiano, assistette alla breccia di Porta Pia. Diretta ad un collega, nella quale rettifica una notizia sul suo conto apparsa sul 'Resto del Carlino': "..per dire che non ho "abbandonato" la direzione della Gazzetta, ma ne sono stato messo fuori dopo sette anni e quattro mesi, senza alcun preavviso. Né può esser vero che tale inaspettato congedo sia stato conseguenza di divergenze politiche fra me e i capi del partito quale la Gazzetta era l'organo, perché anche a loro è giunta improvvisa la notizia e non pur essi sanno la ragione...". Due pagine in-8, su bifolio, con alcune cassature e correzioni autografe al testo. Sulla “Gazzetta” intervenne più volte Giosuè Carducci, soprattutto durante il governo Crispi, da lui sostenuto con entusiasmo. La sua collaborazione cessò nel 1901, dopo che Ugo Pesci ebbe lasciato la direzione.
Il 5 febbraio 1909 La Gazzetta dell'Emilia fu il primo giornale a pubblicare il Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti.
Lettera autografa firmata
Due pagine in-8, su bifolio
Bologna 3 ottobre 1896
stato di conservazione: buono (se non vedi estesi restauri)
Due pagine in-8, su bifolio
Bologna 3 ottobre 1896
stato di conservazione: buono (se non vedi estesi restauri)
Lettera autografa firmata, datata 'Bologna 3 ottobre 1896' del giornalista e patriota, noto studioso di Casa Savoia (avendo avuto l'occasione di frequentare la corte di Vittorio Emanuele II a Roma), direttore della 'Gazzetta dell'Emilia' dal 1888 al 1901.
Dopo gli studi a Firenze, ove era nato nel 1846, frequentò l'Accademia militare di Modena conseguendo nel 1865 il grado di sottotenente. Nella terza guerra d'indipendenza, ufficiale dei granatieri, prese parte alla battaglia di Custoza. Terminata la carriera militare, intraprese quella giornalistica, lavorando nella redazione fiorentina del Fanfulla. Nel 1870, come inviato del medesimo quotidiano, assistette alla breccia di Porta Pia. Diretta ad un collega, nella quale rettifica una notizia sul suo conto apparsa sul 'Resto del Carlino': "..per dire che non ho "abbandonato" la direzione della Gazzetta, ma ne sono stato messo fuori dopo sette anni e quattro mesi, senza alcun preavviso. Né può esser vero che tale inaspettato congedo sia stato conseguenza di divergenze politiche fra me e i capi del partito quale la Gazzetta era l'organo, perché anche a loro è giunta improvvisa la notizia e non pur essi sanno la ragione...". Due pagine in-8, su bifolio, con alcune cassature e correzioni autografe al testo. Sulla “Gazzetta” intervenne più volte Giosuè Carducci, soprattutto durante il governo Crispi, da lui sostenuto con entusiasmo. La sua collaborazione cessò nel 1901, dopo che Ugo Pesci ebbe lasciato la direzione.
Il 5 febbraio 1909 La Gazzetta dell'Emilia fu il primo giornale a pubblicare il Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti.
Dopo gli studi a Firenze, ove era nato nel 1846, frequentò l'Accademia militare di Modena conseguendo nel 1865 il grado di sottotenente. Nella terza guerra d'indipendenza, ufficiale dei granatieri, prese parte alla battaglia di Custoza. Terminata la carriera militare, intraprese quella giornalistica, lavorando nella redazione fiorentina del Fanfulla. Nel 1870, come inviato del medesimo quotidiano, assistette alla breccia di Porta Pia. Diretta ad un collega, nella quale rettifica una notizia sul suo conto apparsa sul 'Resto del Carlino': "..per dire che non ho "abbandonato" la direzione della Gazzetta, ma ne sono stato messo fuori dopo sette anni e quattro mesi, senza alcun preavviso. Né può esser vero che tale inaspettato congedo sia stato conseguenza di divergenze politiche fra me e i capi del partito quale la Gazzetta era l'organo, perché anche a loro è giunta improvvisa la notizia e non pur essi sanno la ragione...". Due pagine in-8, su bifolio, con alcune cassature e correzioni autografe al testo. Sulla “Gazzetta” intervenne più volte Giosuè Carducci, soprattutto durante il governo Crispi, da lui sostenuto con entusiasmo. La sua collaborazione cessò nel 1901, dopo che Ugo Pesci ebbe lasciato la direzione.
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